Cosa fai se non sei Peggy

 

Cosa fai se non sei Peggy?

Cosa fai se non sei Peggy Guggenheim, ti piacciono le opere d’arte, piccole e grandi, non hai capitali ma ti piace comprare?

Soprattutto quando ti piace scoprire, salvare dall’oblio qualcosa di già consumato, del cui valore in pochi si accorgono, o non lo reputano degno di qualcosa di più d’uno sguardo?

Semplice, vai per mercati dell’usato di oggetti in qualche modo artistici e compri quello che ti va, senza pensarci troppo sopra.

Gli oggetti parlano di noi, ma è indubbio che a me piace anche parlare degli oggetti, scoprire la loro storia o immaginarla, e con questo ricostruire realtà superate, che a volte può essere anche più affascinante di costruire il nuovo.

Queste pagine nascono proprio per questo, per non diventare semplicemente una accumulatrice seriale, ma per parlare dei miei acquisti e condividere con chi vorrà le mie piccole gioie.

Credo che tutto sia iniziato da qui, insomma il capostipite.

Un tavolino in onice, pesantissimo, mi era piaciuto subito, una specie di amore a prima vista. La scacchiera probabilmente non è mai stata usata come tale, oppure qualcuno si è venduto prima, a parte, i pezzi degli scacchi. Un giocatore che conosco bene mi dice che non si gioca bene con questi oggetti d’arredo, infatti secondo me è stato usato per appoggiare tazzine e bicchieri. Ora regge un bruciaincenso.

 

Renzo Del Greco, Tramonto con barche, particolare

Oggi gli autori di opere figurative non firmano più le loro opere, o perlomeno non così, in basso a destra, a qualche centimetro dalla futura cornice. Oggi firma e cornice sono considerate elementi che in qualche modo interagiscono con il dipinto e diventano significativi non dell’opera, ma nell’opera stessa. Qui il pittore non si curava di tutto questo, per lui era importante dichiarare suo il dipinto, scandire bene il proprio cognome e indicarne la grafia corretta. Per non esagerare però con la scritta nera, mette solo l’iniziale del nome, e lo fa con una R seguita da un ben visibile spazio.

Il Sole fotografato dalla Nasa




Quando si mette una cornice, in qualche modo si tesaurizza l’oggetto incorniciato, e si dichiara il suo valore, che sia un diploma o un disegno, un po’ come faceva Charles Bovary con i disegni della sua Emma.

Ma se è vero quanto dice Hume nella frase in esergo, allora ad avere la cornice sono i nostri occhi, o la luce del sole. Ed ecco il sole più allegro che c’è, quello che sembra ridere nelle foto della Nasa, incorniciato, come fosse la luce stessa del dipinto “Alba con barca”.

Piatto in "graffita arcaica", particolare

Questo prodotto moderno sicuramente traccia un disegno che se non imita un oggetto antico è il risultato di un immaginario creatosi su diversi esemplari quattrocenteschi. Il profilo femminile al centro del piatto sarebbe stato senz’altro più gradevole con occhi più allungati e un mento più snello, ma se si guarda al frutto rappresentato in alto il disegno diventa chiaro. Il frutto rappresentato è quello della mandragora, mandragola in antico, pianta con qualità di farmaco e veleno, e la donna, se non una strega, è l'immagine generica di un’erborista poco amichevole, forse anziana, di qui la rappresentazione come donna appesantita, con i pochi tratti che evidenziano il rilassamento del volto!